Depressione
Quadri clinici dei disturbi dell’umore
I disturbi dell’umore si manifestano sotto forma di quadri depressivi, maniacali o attraverso i cosiddetti stati misti. Ciascuna di queste forme morbose presenta peculiarità che riguardano il tono affettivo (umore), la psicomotricità, la cognitività e la funzionalità del sistema nervoso vegetativo.
Le manifestazioni depressive
- Umore: è orientato verso la tristezza ed il pessimismo, completamente “impermeabile” agli accadimenti esterni; viene persa la capacità di provare emozioni e di avvertire le sensazioni piacevoli (anedonia).
- Sintomi psicomotori: è tipica la mancanza di energie, la mimica è molto ridotta ed è volta a trasmettere sensazioni di tristezza e di dolore profondo (“facies depressiva”), il soggetto appare rallentato nei movimenti mentre il linguaggio è “scarno”, poco fluido.
- Sintomi cognitivi: sono tipiche le difficoltà di concentrazione, attenzione e memoria così come la visione negativa di sé, del mondo e del futuro, l’indecisione e le idee di morte. Nelle forme depressive con sintomi psicotici sono presenti anche tematiche deliranti il cui contenuto può essere “congruo” (colpa, rovina etc.) o “incongruo” (tematiche di persecuzione etc.) all’umore.
- Sintomi neurovegetativi: riduzione della libido, disturbi del sonno (insonnia o ipersonnia), disturbi dell’appetito (anoressia o iperfagia), disturbi fisici (mal di testa, stitichezza etc.) sono manifestazioni tipiche dei quadri depressivi.
Le manifestazioni espansive (maniacali)
- Umore: è orientato all’euforia, alla disinibizione comportamentale, alla giocosità, all’ottimismo con sensazioni di estremo benessere; nelle forme più gravi di espansione dell’umore si possono avere manifestazioni di “beatitudine” di profonda “sintonia” ed “armonia” con la natura e con il resto dell’umanità; l’umore maniacale è tuttavia molto instabile per cui anche piccole frustrazioni possono scatenare reazioni, peraltro brevi e transitorie, di aggressività o di profonda tristezza con crisi di pianto.
- Sintomi psicomotori: le manifestazioni più caratteristiche sono l’iperattività, l’impulsività, la vivacità della mimica, l’accelerazione ideica (le idee si affollano nella mente a ritmo incessante per cui diventa difficile controllarne la concatenazione), la logorrea (il paziente parla continuamente ed è difficile interromperlo), la graforrea (il paziente può trascorre buona parte della giornata a scrivere lettere, proteste, denunce; lo scritto è ricco di sottolineature, punti esclamativi ed interrogativi, grossolani errori grammaticali).
- Sintomi cognitivi: ne fanno parte le idee di grandezza, d’ipervalutazione delle proprie caratteristiche fisiche, intellettuali, delle proprie disponibilità economiche etc.; nelle forme maniacali più gravi possono essere presenti deliri di grandezza che vertono su tematiche storiche, politiche, finanziarie, sessuali etc. (ad esempio, il paziente è convinto di avere origini nobili, vanta amicizie con personaggi famosi, dice di aver fondato un partito politico che sicuramente vincerà le prossime elezioni etc.).
- Sintomi neurovegetativi: sono manifestazioni tipiche dei quadri espansivi il ridotto bisogno di sonno, l’aumento dell’appetito, l’ipersessualità (e la promiscuità), l’innalzamento della soglia per il dolore, la ridotta sensibilità agli stimoli termici etc.
Gli Stati Misti
Con la definizione stato misto si indicano una serie di quadri clinici caratterizzati dalla presenza contemporanea (cioè nelle stesso paziente e nello stesso momento) di sintomi di entrambe le polarità, depressiva e maniacale (espansiva).
Secondo Kraepelin, al quale si deve la loro descrizione e l’inquadramento nell’ambito dei disturbi dell’umore, le alterazioni alla base della malattia maniaco-depressiva sono riconducibili a 3 coppie di sintomi fra loro in antitesi:
- umore (può essere depresso o espanso)
- psicomotricità (può essere inibita o accelerata)
- ideazione (può essere rallentata o accelerata)
Quando queste coppie di sintomi si modificano nella stessa direzione avremo quadri di depressione o di eccitamento (mania); se, invece, si verifica una modificazione non omogenea (cioè quando una di queste coppie si trova in una fase opposta rispetto alle altre due), avremo uno dei sei possibili sottotipi di stato misto:
- mania con furore: all’accelerazione ideativa ed all’agitazione psicomotoria (componenti eccitative) si associa umore depresso ed irritabile (componente depressiva)
- depressione agitata: all’umore depresso ed all’ideazione rallentata e cristallizzata su contenuti depressivi (componenti depressive) fa riscontro l’agitazione psicomotoria (componente eccitativa)
- mania improduttiva: all’umore euforico ed all’aumentata eccitabilità con improvvise reazioni di aggressività (componenti eccitative) si associa un rallentamento dei processi ideativi per cui il soggetto può avere difficoltà anche nella semplice comprensione delle domande oppure nel formulare le risposte (componente depressiva)
- stupore maniacale: l’umore euforico (componente eccitativa) coesiste con il rallentamento dei processi ideativi e motori (componenti depressive)
- depressione con fuga delle idee: all’umore depresso e al rallentamento motorio (componenti depressive) si associa accelerazione dei processi ideativi (componente espansiva)
- mania con inibizione motoria: all’umore euforico ed all’accelerazione ideica (componenti eccitative) fa riscontro l’inibizione motoria (componente depressiva)
Accanto alle forme “classiche”, precedentemente descritte, esistono anche forme di stato misto “psicotiche”, caratterizzate cioè dalla presenza di manifestazioni deliranti (deliri di persecuzione, di riferimento, ipocondriaci, mistici etc.) e/o di fenomeni allucinatori, più spesso uditivi o visivi. Esse rappresentano una porzione cospicua degli stati misti, talora evolvono verso forme deliranti a decorso cronico ponendo così problemi rilevanti di diagnosi differenziale con i disturbi dello spettro schizofrenico.
Il decorso dei disturbi dell’umore
La caratteristica principale della malattia maniaco-depressiva è rappresentata dal suo decorso che vede l’alternarsi, nel tempo, di episodi depressivi, espansivi o misti intervallati da periodi di remissione, completa o parziale.
Questo aspetto è di fondamentale importanza nella pianificazione degli interventi terapeutici che dovranno essere rivolti non solo e non tanto alla risoluzione dell’episodio acuto (depressivo, maniacale o misto) quanto, soprattutto, alla prevenzione delle ricadute mediante terapie psicofarmacolgiche a base di “stabilizzanti” l’umore (sali di litio e farmaci anticonvulsivanti dotati di documentate proprietà profilattiche sulle ricadute della malattia maniaco-depressiva).
Sulla base del loro decorso i disturbi dell’umore vengono distinti in disturbi unipolari e disturbi bipolari. I disturbi unipolari comprendono quelle forme nelle quali le manifestazioni cliniche sono rappresentate esclusivamente da episodi della stessa polarità.