Disturbi della fonazione – Balbuzie e similari

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Che cos’è la Balbuzie

La balbuzie è un fenomeno molto complesso che investe non solo il linguaggio, ma l’intera personalità del soggetto.

Raggruppa una numerosa costellazione di manifestazioni che vanno da uno o più seguenti elementi: ripetizioni di suoni o sillabe, prolungamento di suoni, interiezioni, interruzione di parole, blocchi udibili o silenti, circonlocuzioni, parole emesse con eccessiva tensione fisica, ripetizione di intere parole monosillabiche (Secondo il DSM IV).

La definizione che a noi sembra esaustiva è che “la balbuzie sia un disturbo della personalità di origine prevalentemente psicogena o traumatica, che alterando l’equilibrio emotivo del soggetto ne deforma la normale fluenza verbale”.

Sintomatologia e forme di balbuzie

Tra i sintomi più frequenti abbiamo contrazioni anormali di vari gruppi muscolari, soprattutto quelli interessati alla fonazione.
Queste contrazioni sono evidenziabili quando il soggetto desidera o comincia a parlare e si riscontrano all’inizio della frase.

La balbuzie si può presentare in diverse forme:

  • Forma tonica: arresto a inizio frase con allungamento della sillaba o del fonema difficile da pronunciare;
  • Forma clonica: al posto del prolungamento si ha la ripetizione della sillaba;
  • Forma mista: allungamento e ripetizione si sommano, fino a rendere quasi impossibile la comunicazione.

Esistono anche forme che tengono conto della localizzazione anatomica degli spasmi muscolari e si manifestano nella pronuncia di alcune consonanti. Sono:

  • Forma labio-coreica: contrazioni molto fini delle labbra, della lingua, difficoltà nel pronunciare “p”, “b”, “t”, “d”;
  • Forma gutturo-tetanica: spasmi muscolari laringei e faringei e difficoltà nel pronunciare “c”, “g”;

Frequenti sono anche i disturbi respiratori, che sono intermittenti e secondari a spasmi tonici della glottide o delle labbra e dovuti a disfunzione del diaframma e dei muscoli intercostali.
I muscoli vicini o lontani all’organo fonatorio coinvolto sono compromessi funzionalmente, ossia si contraggono prima, insieme o in sostituzione all’organo fonatorio. Questi movimenti possono interessare mani, collo e spalle. Spesso abbiamo anche movimenti dei muscoli mimici che a volte facilitano l’articolazione normale della parola.

Sintomi somatici fugaci sono il rossore, il pallore, la sudorazione, la contrazione e la dilatazione delle pupille.
Un altro aspetto patologico è il sonno agitato e accompagnato dell’emissione di parole incoerenti e sogni complessi.
Il balbuziente è emotivo, timido, orgoglioso, suscettibile e impulsivo, poco volitivo. Questo stato nevrotico col tempo diventa logofobia, ossia tremore ingiustificato e difficilmente controllabile nel pronunciare sillabe o parole (uso di embolofrasie, sinonimi, cambiamenti nella sintassi o nel senso della frase).

Nei casi più gravi abbiamo:

  • manifestazioni fobiche,
  • cerimoniali ossessivi,
  • sintomi isterici,
  • disturbi caratteriali, come disadattamento sociale e ambientale, tendenza all’isolamento.

Ci sono situazioni favorevoli in cui la balbuzie migliora e situazioni sfavorevoli in cui essa peggiora. Il paziente migliora leggendo all’unisono con altri, parlando sottovoce, cantando, con voce monotona o imitando il modo di parlare di altri, parlando una lingua straniera, camminando, suonando il piano, ballando.

Cause

Le cause non sono state ancora del tutto chiarite. E’ chiaro quali possono essere i fattori di rischio, come si sviluppa e in quali terreni si alimenti la balbuzie, ma non c’è ancora alcuna certezza scientifica sulle cause che la determinano. E’ confermata una predisposizione ambientale-ereditaria comprovata da storie famigliari di balbuzie. Circa il 75% dei balbuzienti, infatti, ha parenti che balbettano e le probabilità di avere un figlio balbuziente sono più numerose se almeno un genitore balbetta, in particolare la mamma.

É chiaro quali possono essere i fattori di rischio, come si sviluppa e in quali terreni si alimenti la balbuzie, ma non c’è ancora alcuna certezza scientifica sulle cause che la determinano. Il problema rimane aperto su fronti diversi: se sia determinata da fattori organici, neurologici , oppure sia semplicemente espressione di un disagio psichico verificatosi nella prima infanzia e successivamente determinante tutta la personalità del soggetto.

Diventano balbuzienti generalmente persone molto sensibili ed emotive, che o per carenza affettiva o per iperprotezione parentale, che sono le condizioni determinanti del disturbo, non hanno superato fasi conflittuali legate alla prima infanzia. Paure, shock, ospedalizzazione, ingresso alla scuola materna, nascita di un fratello, forti emozioni, ect. fungono solo da concause o cause scatenanti il disturbo.

Manifestazioni esterne

Le manifestazioni esterne della balbuzie sono piuttosto evidenti. L’eloquio è poco fluente, con blocchi della fonazione; emergono ripetizioni o prolungamenti di suoni, pause innaturali, sostituzione di una parola con l’altra, frequenti interiezioni ( ehm, eh…) o parole stereotipate ( cioè, infatti, ..). Sia le ripetizioni ( cloniche) che i blocchi ( tonici) si verificano di preferenza all’inizio della frase o della parola, estendendosi tuttavia anche ad altre parti della frase con l’aggravarsi dell’ansia e della tensione interna del soggetto.
Spesso lo sforzo di produrre una frase è accompagnato da discinesie e gesti incoerenti ( stringere i pugni, battere i piedi, gettare la testa indietro, protendere le labbra, strabuzzare gli occhi, ect..) che aumentano l’ imbarazzo e il disagio anche in chi ascolta.

Cosa succede internamente

La sintomatologia interna è meno evidente ma altrettanto invasiva per la persona, ed è rappresenta da tutti i sintomi tipici dell’ansia e dello stress: alterazioni del ritmo cardiaco, della sudorazione, contrazione dei muscoli del diaframma, forte tensione dei muscoli della respirazione, dell’articolazione, della fonazione.

A livello emotivo, il balbuziente sviluppa spesso rabbia verso se stesso, aggressività mascherata verso gli altri, vergogna per le prese in giro, sensi di colpa, che lo portano a sentimenti di scarsa autostima, scarso senso di autoefficacia, vissuto persecutorio.

Il balbuziente è teso nel mascherare la sua difficoltà e manifesta spesso atteggiamenti di rinuncia e fuga davanti alle situazioni ansiogene. Più tenta di evitare di balbettare più ne resta condizionato. L’immagine del balbuziente, a cui vorrebbe sempre negare il passaporto, è la condizione che rende molto conflittuale l’affrontare un percorso terapeutico. Come ha sempre affermato il dott. Mastrangeli “ Il balbuziente è il primo medico di se stesso ” e solo una grande motivazione e volontà sono condizioni necessarie per il superamento del suo disturbo.

All’interno la persona vive tutti i sintomi tipici dell’ansia e dello stress: alterazione del ritmo cardiaco, della sudorazione, contrazione dei muscoli del diaframma e dei muscoli della respirazione.

Caratteristica di questo disturbo è l’andamento periodico, il presentarsi in circostanze particolari e ben precise, nelle quali il soggetto non riesce a controllare l’ansia scatenata da persone o situazioni che gli incutono timore ( presentazioni, colloqui, interrogazioni, parlare in pubblico, ect)

Evoluzione

L’ingresso nella scuola elementare rappresenta un periodo critico dove il più delle volte, il bambino che balbetta acquista consapevolezza del suo disturbo.

Sarà però, solo nella prima adolescenza (12- 13 anni) che il disturbo balbuzie investirà e condizionerà negativamente tutta la persona, incidendo in maniera determinante sull’immagine del Sè, sulla progettualità e sulle relazioni sociali.

Successivamente la storia di molti sarà caratterizzata da umiliazioni, rinunce, scarsa fiducia in se stessi, chiusura verso le relazioni, che incidono sulla qualità di vita e sull’espressione delle molte potenzialità di cui sono dotati.

La maggior parte delle persone che presentano questo disturbo lo vivono come un tabù, una vergogna da nascondere e mascherare il più possibile agli altri ma anche a se stessi.

Per questo motivo tendono a rimandare la possibilità di una terapia: se però la persona ha la volontà di affrontare il problema con costanza e determinazione, con l’aiuto di specialisti, può arrivare a risolvere questo disagio o comunque a compiere buoni passi avanti per ritrovare insieme alla parola una migliore qualità di vita.

Approccio terapeutico

Le strategie terapeutiche utilizzate per trattare la balbuzie sono diverse:

Le tecniche che agiscono direttamente sul sintomo, migliorando e regolando la coordinazione del sistema pneumo-fono-articolatorio, l’atto respiratorio, la ripetizione sillabica, la ritmica del linguaggio e la coordinazione muscolare.

Le tecniche psicologiche che partono dalla convinzione che il disturbo sia causato dalla repressione di impulsi non coscienti. Mirano pertanto ad un rafforzamento della personalità, valutando l’angoscia, il carico emotivo, il senso di solitudine, ecc

Le tecniche miste partono dal presupposto che la balbuzie non ha quasi mai un’unica causa, ma è generalmente determinata da un mix di fattori. Per tale motivo occorre utilizzare un metodo terapeutico, che comprenda sia tecniche logopediche-foniatriche, sia tecniche di supporto psicologico.