Disturbi dell’apprendimento

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Il più comune e di conseguenza il più studiato è la dislessia. Associati ad essa, o isolati,si possono riscontrare: disgafia, disortigrafia e discalculia.

La dislessia

La dislessia è un disordine del linguaggio scritto caratterizzato da una capacità di lettura sostanzialmente al di sotto di quanto ci si dovrebbe aspettare, considerando l’età anagrafica del soggetto, la valutazione psicometria dell’intelligenza, e un’educazione scolastica adeguata all’età.
Queste difficoltà di lettura possono essere di due tipi: evolutive o acquisite.
Il termine “dislessia acquisita” fa riferimento ai disturbi di lettura che occorrono in seguito ad un danno cerebrale in persone le cui abilità di lettura erano, prima del danno subito, normali.
Con il termine “dislessia evolutiva”, invece, si fa riferimento al disturbo di lettura proprio di persone che non hanno mai imparato a leggere correttamente e non, come si potrebbe pensare, al disturbo riscontrabile nei bambini. In questo senso, la dislessia evolutiva può essere diagnosticata in un bambino quanto in un adulto.
La persona con disturbo di dislessia evolutiva è in grado di leggere e scrivere, ma può farlo solo impegnando gran parte delle propie risorse attentive e mentali poiché non diventa per lui un processo automatico come avviene per la maggior parte delle persone.Ne consegue che il soggetto dislessico si stanca molto, commette errori, rimane indietro rispetto ai propri compagni, ha poche energie attentive da spendere per la comprensione.
È come se la persona dislessica vedesse sempre le parole per la prima volta e pertanto fosse costretta a procedere tramite una lettura lettera per lettera, senza automatizzare il riconoscimento visivo. Ciò causa un gran dispendio di energie attentive e porta la persona a una lettura corretta per le prime righe del testo scritto e a commettere molti errori nel prosieguo, in quanto le sue risorse attentive si esauriscono o diventano più labili.
La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura, nel calcolo e talvolta anche in altre attività mentali (memoria, percezione, linguaggio,…). Tuttavia i soggetti dislessici sono generalmente intelligenti, vivaci e creativi.

Cause della dislessia

Secondo Coltheart (1999) le cause della dislessia sono per il 60% organiche e per il 40% di tipo educativo, da ricondurre in gran parte al fatto che gli studenti sono colpevolizzati anziché aiutati.

Le cause organiche purtroppo non sono ancora completamente note e diverse sono le ipotesi che sono state avanzate.
Una prima teoria, probabilmente la più nota, è quella della “disconnessione funzionale” (o connessione disturbata) fra i centri cerebrali deputati alla decodifica della lettura (Geschwind, 1965; Marshall, 1983); tra le varie articolazione di questa teoria, quella fonologica (deficit del processamento fonologico) sembra essere quella più accreditata da un punto di vista delle attuali evidenze scientifiche (Frith, 2002); essa descrive la dislessia come una difficoltà dei ragazzi dislessici a manipolare i suoni rispetto ai non dislessici (ad esempio di effettuare la compitazione, lo spelling delle parole) e nel passare dal codice visivo a quello uditivo e viceversa.

Una seconda teoria è centrata sulla difficoltà di inibire gli stimoli visivi e orientare l’attenzione in modo selettivo da sinistra a destra: il ragazzo dislessico avrebbe un campo visivo attentivo troppo ampio e quindi gli stimoli periferici andrebbero ad interferire con la discriminazione visiva creando un problema di affollamento di stimoli (crowding). Sembra che i lettori dislessici percepiscano in modo meno chiaro rispetto agli altri lettori gli stimoli che si allontanano leggermente dalla fovea, e troppo distintamente quelli alla periferia del campo visivo, i quali creerebbero in questo modo un affollamento di stimoli, rendendo confusa la discriminazione visiva (Geiger e Lettvin, 1999). Il bambino dislessico discriminerebbe peggio di un buon lettore, perché non sarebbe in grado di inibire gli stimoli periferici (disturbi magnocellulari, Cestnick e Coltheart, 1999).

Una terza teoria ipotizza una mielinizzazione (ricopertura delle cellule nervose) incompleta che non permette un’attenzione focalizzata verso gli stimoli visivi e una conseguente difficoltà di discriminazione e decodifica degli stimoli visivi che stanno alla base della lettura (Bakker, 1998).

Errori caratteristici del soggetto dislessico

Nonostante la dislessia si manifesti in differenti modi nei diversi soggetti, è posssibile raggruppare gli errori tipici commessi dal soggetto dislessico:
sostituzione dei suoni vicini come n/m(“mano” al posto di “nano”), f/v(”foce” al posto di “voce”).t/d(“tue” al posto di “due) s/z(“sara al posto di zara) c/g, p/b….;
inversione di lettere(“al” invece di “la”) e di numeri(“12” invece di “21”)
la sostituzione di lettere scritte in modo simile(n/m) o ribaltate(n/u, d/p/b/q)
diffocoltà, a volte, nei rapporti spaziali e temporali(lateralizzazione destra/sinistra, alto/basso e le varie combinazioni: in alto a destra, in basso a sinistra ecc.
difficoltà, a volte, ad imparare informazioni in sequenza (tabelline, mesi, giorni della settimana…)
difficolta, a volte, ad esprimere in modo chiaro il proprio pensiero,
difficoltà, a volte, nel calcolo, nella cordinazione oculo-motoria, nella comprensione del testo scritto.

Disgrafia e disortografia

La disgrafia e la disortografia sono entrambi specifici disturbi di apprendimento che riguardano la capacità di scrivere in modo corretto, chiaro e scorrevole.
Con disgrafia si intende un disturbo qualitativo del processo di trasformazione dei segni visivi o delle lettere nei corrispondenti grafemi, il soggetto ha quindi difficoltà nell’imparare a scrivere (cioè nel trasformare in forma grafemica informazioni verbali ascoltate o pensate). Il bambino fatica a ricordare come si formano le lettere e nel riprodurre la forma delle lettere nelle diverse modalità: stampatello, corsivo, minuscolo, maiuscolo. Sono presenti difficoltà nel mantenere i rapporti di misura, spessore, spazio sul foglio. Spesso il bambino tiene la matita in modo sbagliato e l’atto della scrittura diventa penoso. La scrittura può essere un misto di lettere maiuscole e minuscole. Questo disturbo non interessa le regole ortografiche e sintattiche anche se vi è una ricaduta sui testi prodotti per impossibilità di rilettura e autocorrezione. È considerata disgrafia anche la difficoltà di scrivere parole con le lettere nell’ordine giusto, ma è più corretto considerare questo tipo di errori come sintomo di dislessia perché sono più legati alla difficoltà di percepire la sequenza dei suoni
Con il termine disortografia ci si riferisce alla scorretta trasformazione grafica del messaggio orale ascoltato o pensato, troveremo quindi la presenza di numerosi errori di ortografia nel testo del bambino. (cuadro/quadro, l’oro/loro, e/è, a/ha, lacua/l’acqua ecc.).Si tratta , quindi, di una vera e propia difficoltà nel realizzare i processi di ortografizzazione.
Nei testi scritti di questi bambini si trovano, quindi, vari tipi di errori:
errori di tipo fonologico (scambi, omissioni-aggiunte, inversioni di lettere, grafema incompleto),
errori di tipo non fonologico (grafema omofono, h, doppie, attaccatura-staccatura delle parole).
Sono questi ultimi gli errori più sensibili ad una modificazione con l’apprendimento.
Il soggetto disortografico può avere difficoltà nella coordinazione oculo-motoria, visuo-spaziale e nella velocità della riproduzione dei grafemi, in qualche caso una forma di scrittura allografica (caratteri diversi all’interno della parola).

Spesso i bambini disortografici hanno anche disgrafia, cioè hanno una calligrafia poco chiara, disordinata e difficilmente comprensibile. La disgrafia può essere dovuta a numerosi fattori: oltre che a difficoltà di tipo prassico o visuospaziale, anche a fattori di “sovraccarico”.
Una scrittura senza errori, infatti, comporta un’integrazione contemporanea di tutte le componenti della scrittura, così da diventare automatica.
Ciò dovrebbe avvenire generalmente dalla terza elementare.
Da allora è possibile, per il bambino, velocizzare la scrittura e personalizzare la grafia, e, nella lettura, avere l’impressione di accedere direttamente al significato. Tutto questo senza bisogno di un’attenzione eccessiva.
Nel caso dei bambini disortografici, l’incompiuta automatizzazione della scrittura richiede loro un’attenzione eccessiva sugli aspetti di ortografia, comportando una maggiore probabilità di errori e, spesso, un peggioramento della grafia, proprio per l’attenzione eccessiva che viene richiesta.

Discalculia

È un disturbo specifico dell’apprendimento, molto più raro della dislessia, che consiste nella difficoltà incontrata dal bambino nella comprensione del senso dei numeri e nell’acquisire i meccanismi di calcolo.Questi deficit interferiscono notevolmente con l’apprendimento scolastico e con le normali attività quotidiane che richiedono capacità di calcolo, e non sono imputabili a danni organici o ad isegnamenti inadeguati.
Le prestazioni aritmetiche di base di questi bambini (addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione) risultano significativamente al di sotto del livello atteso rispetto all’età cronologica, all’ intelligenza generale e alla classe frequentata.
I problemi più comuni in questa categoria di disturbi sono:
il mancato riconoscimenúto dei simboli numerici;
l’incapacità di comprendere i concetti base delle quattro operazioni,
i termini e i segni aritmetici;
la difficoltà ad allineare correttamente i numeri secondo i principi del valore posizionale delle cifre;
l’incapacità di apprendere in modo soddisfacente la tavola pitagorica;
la difficoltà di identificare i dati rilevanti per la corretta risoluzione di un problema aritmetico.

Sebbene questo disturbo sia stato molto meno studiato di quello della lettura, in linea di massima si è portati a ritenere che i bambini con disturbo di sviluppo del calcolo abbiano difficoltà visuopercettive e visuospaziali piuttosto che uditivo-percettive e
verbali (come accade nei disturbi di lettura).
In passato, si trovavano denominazioni diverse per indicare questo disturbo: discalculia, discalculia evolutiva, acalculia evolutiva, disturbo aritmetico evolutivo, disturbo lacunare in aritmetica.

La diagnosi attraverso le nuove tecnologie

I soggetti con disturbi dell’apprendimento sono normalmente vivaci ed intelligenti a volte anche con un QI al di sopra della media. Nonostante ciò, le difficoltà di lettura e scrittura tipiche di questi disturbi rischiano di compromettere, sopratttutto nel caso di bambini, il rendimento scolastico e il normale apprendimento.
Tutto ciò, inoltre, può far nascere nei bambini una sfiducia in se stesssi e nelle propie capacità e l’istaurarsi, quindi, di un ciclo(deficit di apprendimento — sfiducia — ulteriore deficit)con conseguente peggioramento della situazione.
Il bambino non si accetta, non accetta la sua situazione e vive la scrittura, e la lettura con angoscia.
Ritengo, quindi,che nel caso dei bambini, ancora più del quanto si può fare è importante il quando si interviene: con l’aiuto delle nuove tecnologie si possono individuare tempestivamente e di conseguenza affrontare più efficacemente disturbi che pregiudicano il rendimento scolastico, quali disgrafia, dislessia, ecc. Soprattutto lo si può fare in tempi rapidi e su larga scala.
La possibilità di lavorare con un supporto tecnologico facilmente gestibile come i PC, sta facendo sorgere una nuova generazione di indagini diagnostiche, sia originali che come evoluzione di sistemi precedenti.
La normale diagnosi prevede numerose fasi:
• valutazione dell’intellugenza generale(scala Stanford Binet, WPPSI,WISCR, ecc)
• valutazione del livello di apprendimento scolastico(prove MT di Cornoldi ecc.)
• valutazione di varie funzioni neuropsicologiche (per competenze percettive visuo-spaziali, per abilità di memoria uditiva e visiva, per capacità di attenzione , per dominanza laterale, per competenze linguistiche)

Il supporto informatico nella valutazione agisce sia nella fase di somministrazione che in quella di analisi e valutazione della lettura e delle prove percettive e discriminative. L’uso dello schermo per le prove visive e di un supporto digitale per quelle uditive garantisce la qualità della somministrazione e la stretta osservanza del setting. I risultati vengono registrati in forma digitale permettendo una analisi molto più dettagliata rispetto alle modalità classiche.
Le nuove tecnologie mettono a disposizione numerosi strumenti per analizzare il parlato e i testi scritti. Un esempio particolare è il programma Clan utilizzato dal Prof. Dionigi Ioghà(del reparto di neuropsichiatri infantile della Asl di Pavia) per la valutazione di soggetti con disturbi di apprendimento, all’interno del progetto CHILDES. La descrizione del suo lavoro può fare un po’ di chiarezza sull’uso effettivo di queste nuove tecnologie nella diagnosi.

Uso di strumenti informatici per la valutazione del racconto in soggetti con disturbi di apprendimento: il programma CLAN del progetto CHILDES

Prima di tutto occore chiarire in cosa consiste il progetto CHILDES(Il Child Language Data Exchange System ). E’ un sistema internazionale messo a punto dall’ università di Carnegie Mellon. Il direttore è Brian MacWhinney ed il co-direttore è Snow Catherine. Il sistema è dedicato a facilitare lo studio dell’apprendimento delle lingue sia dei bambini che degli adulti. Fornisce una grande base di dati delle interazioni colloquiali, d’un sistema di trascrizione per queste interazioni e d’una serie di programmi per analizzare questi dati. Il programma CLAN consente il collegamento della trascrizione ai video e dati audio e ai valori numerici. E’composto da due parti distinte. La prima parte, il “clan editor”, consente di scrivere file in formato chat e ca(conversation analisis) e numarose altre funzioni: collegameti a parti audio e video, font per scritture, ecc.
La seconda parte contiene i programmi per l’analisi dei dati, collegati alla prima parte attraverso una finestra chiamata “finestra dei comandi”. I risultati ottenuti dall’analisi possono essere letti nella “output window”.
L’uso del programma Clan ha consentito una analisi dettagliata e veloce dei racconti elaborati da bambini con disturbi di apprendimento.
Ai bambini venivano presentate delle tavole grafiche(elaborate dalla dott.sa U. Bortolini)sulla base delle quali dovevano costruire una storia che veniva registrata.
Ogni seduta è durata circa 30-40 minuti per evitare un affaticamento del bambino. L’intervistatore sollecitava i bambini ad ampliare la descrizione (nelle prime trenta tavole) o a cercare di inventare una storia (nelle tavole successive).
Sia gli stimoli dell’intervistatore che la produzione del bambino sono state trascritte utilizzando l’editor del pregramma Clan nella versine per Windows. Come criterio di QI è stato utilizzato il test WISC-r.
Le prime valutazioni hanno riguardato il numero delle parole utilizzato e la lunghezza dei diversi enunciati, ottenendo la conferma sulla povertà numerica delle parole utilizzate e della tendenza ad utilizzare frasi brevi con struttura sintattica semplice.
L’elemento interessante è stata la tendenza dei bambini ad una certa stereotipia della comunicazione con frasi con struttura molto simile a quella dell’adulto; si è notato frequentemente la tendenza a ripetere le frasi utilizzate dall’adulto con un impoverimento della creatività del soggetto ( una sorta di delega all’adulto a definire i contenuti della comunicazione). Ogni soggetto aveva un proprio repertorio (correlando figure identiche in diversi soggetti) e le modalità descrittive si trascinavano da una figura all’altra come a comporre una storia continua.
Benchè il sistema childes faccia riferimento al parlato la sua duttilità gli consente di essere utilizzato anche per l’analisi del testo scritto.
Nel caso del progetto del prof. Ioghà e coll. Il programma clan ha permesso l’analisi di un racconto(la favola di cappuccetto rosso) scritto dai bambini e l’individuazione degli errori ortografici e lessicali:

Classificazione errori ortografici

1 ERRORI FONOLOGICI

1.1 scambio grafema
1.2 omissione grafema
1.3 aggiunta grafema
1.4 inversione grafema

2 ERRORI NON FONOLOGICI ORTOGRAFICI

2.1 grafema omofoni
2.2 grafema incompleti
2.3 grafema inesatti

3 ERRORI NON FONOLOGICI (SEMANTICO-LESSICALI)
3.1 fusioni illegali
3.2 segmentazione illegale
3.3 fusione/segmentazione illegale
3.4 omissione/aggiunta di H
3.5 omissione/aggiunta accento
3.6 omofoni non omografi

4.1 omissione/aggiunta di doppia
4.2 omissione / aggiunta di parole (non ripetizione)
4.3 omissione parte finale di parola

5 DISGRAFIA

6 ERRORI LESSICALI

Sostituzione di parola
6.1 stesso campo semantico
6.2 diverso campo semantico
6.3 per vicinanza fonologica

Modificazione di parola
6.4 genere (m/f )
6.5 numerosità (s/pl)
6.6 tempo verbo
6.7 modo verbo
6.8 persona verbo
6.9 ripetizione di parola

7.1 ERRORI LESSICALI DI ORIGINE MORFO-SINTATTICA (sostituzione parola)

8.1 ERRORI MORFOLOGICI (errori di accordo)

Il vantaggio dato da questi strumenti è che una volta trascritto il testo o il parlato, su di esso è possibile ottenere in tempi brevissimi analisi molto dettagliate sia di singoli soggetti che di gruppi di soggetti.
L’uso del supporto informatico per la visione delle figure e per la registrazione dei racconti ha consentito una maggiore oggettività e validità dei dati. Inoltre l’uso di codifiche cindivise e di sistemi semiautomatici di analisi,permesse dal programma clan, hanno reso il compito più semplice e hanno permesso di accedere a informazioni molto più ricche e strutturate, di maggiore supporto sia alla diagnosi che alla corretta gestione di un training riabilitativo ed educativo.

Nel caso specifico della dislessia, generata da cause organiche, si stanno diffondendo nuovi tipi di indagini diagnostiche centrate sullo studio del sistema nervoso.
Due esempi significativi riguardano i lavori del dr A. Facoetti (dottorando presso la facoltà di Psicologia dell’Università di Padova) e del prof. Chiarenza(docente di neuropsichiatria infantile all’Università Cattolica del Sacro Cuore)
Il primo si basa sulla presentazione tachistoscopica di uno stimolo visivo in un campo laterale dello schermo a diverse distanze dal centro di fissazione dello sguardo. L’ipotesi è che i nostri due emisferi lavorino in maniera asimmetrica e che la mancanza di questa asimmetria sia alla base della dislessia.Dall’indagine è emerso come nei soggetti dislessici ci sia una maggiore prestazione nella visione laterale di campo dx rispetto a quello sinistro; un training di addestramento produce un miglioramento della lettura con la riduzione di questa differenza tra destra e sinistra.
Il secondo, utilizzando un EEG digitale, ha messo in evidenza come nei soggetti normali lettori via sia una minore attività sull’emisfero di destra rispetto a quello di sinistra. Questa asimmetria non è invece presente nei soggetti dislessici.
L’elemento che mi permetto di mettere in evidenza non è semplicemente il risultato di queste ricerche, ma il fatto che per poter evidenziare certi fenomeni è necessario utilizzare le nuove tecnologie senza le quali non potremmo correlare la massa di informazioni necessarie a descrivere certi comportamenti. In ambedue i casi il lavorare su dati digitali ha permesso analisi non possibili in passato con i sistemi analogici. La EEG digitale è certamente uno strumento importante di studio dei comportamenti cognitivi.

Rieducazione e riabilitazione

Nel campo delle Difficoltà Specifiche di Apprendimento le nuove tecnologie offrono sia strumenti riabilitativi/rieducativi (ad esempio nel caso della dislessia prodotti per imparare a leggere meglio) sia strumenti per vicariare la funzione carente(strumenti compensativi), ossia per aiutare a raggiungere risultati sostanzialmente equivalenti attraverso sistemi alternativi (ad esempio calcolatrici per la discalculia).
Le due possibilità non vanno comunque tenute separate, ma camminano in parallelo. Nei primi anni di scuola è importante tentare comunque un lavoro del primo tipo, cioè prevalentemente riabiliatativo; successivamente (in particolare nel caso di reiterati insuccessi) è sensato anche fornire all’alunno gli strumenti per “aggirare” gli ostacoli insormontabili che trova sul suo cammino (ad esempio si può suggerire a chi ha problemi di lettura l’uso della lettura automatica di testi scolastici digitalizzati).

Strumenti per la riabilitazione

La loro funzionalità è subordinata alla possibilità di strutturare percorsi rieducativi mirati alla specificità del deficit, che non agiscono cioè in maniera generica rispetto ad una abilità (es. lettura-scrittura) ma entrano nel cuore dell’area di competenza (es. difficoltà di tipo fonologico) seguendo strade collegate ciascuna ad una microzona “a rischio”.

A seconda del tipo e dell’entità del deficit la riabilitazione può essere strutturata in maniera diversa:

• Insistendo sulla funzione o sull’abilità carente cercando di ridurre il deficit( ad esempio esercitando la discriminazione fonologica nel caso di dislessia di tipo fonologico);
Cercando di compensare la funzione carente attivando od incrementando delle competenze di supporto ad esse collegate (es. stimolando la funzione visiva nella discriminazione di parole fonologicamente simili).
L’efficacia didattica di questi prodotti è strettamente collegata alla loro aderenza ai modelli neuropsicologici interpretativi dei disturbi stessi, oppure alla possibilità di esservi comunque ricondotta.
Il panorama dei prodotti software utilizzabili per aiutare studenti che soffrono di questi disturbi oggi è abbastanza ampio.
Dislessia , disgrafia, discalculia , sono termini generali che comprendono disturbi di vario tipo (anche molto diversi tra di loro!); prima di iniziare un percorso riabilitativo e quindi prima di scegliere i software da usare è bene capire con esattezza il tipo specifico di difficoltà del singolo alunno.
I software disponibili si possono suddividere, a seconda dei loro scopi specifici, in prodotti per:

– Codifica e decodifica del testo scritto
Si tratta per la maggior parte di esercitazioni ortografiche e di lettura; la loro forma è molto varia: dal cruciverba al puzzle, al gioco di anagrammi, al testo con buchi da riempire ed anche al quiz a scelta multipla. I contenuti sono anch’essi molto vari: vanno dall’esercitazione sulla scrittura di parole “difficili” (uso dell’H parole con la C e la Q ecc…) ad esercizi di lettura visiva (rapida) o di lettura fonologica (lettera x lettera)
– Comprensione del testo
Si tratta di software che mirano alla comprensione lessicale e testuale, alla strutturazione della frase e del periodo. Nel caso di difficoltà specifiche di lettura e scritturaro sono da considerarsi prevalentemente strumenti di supporto ad apprendimenti secondari (eppur rilevanti) rispetto a quello principale (codifica – decodifica della lingua scritta); anche questi prodotti hanno per la maggior parte caratteristiche formali simili a quelli del primo gruppo e sono principalmente basati su una strategia didattica esercitativa.
Tutti i prodotti appartenenti a queste due categorie (decodifica e comprensione del testo scritto) vanno attentamente considerati anche dal punto di vista della loro esauribilità e della loro capacità di essere individualizzati; un posto particolare spetta dunque ai prodotti aperti, a quei prodotti, cioè che consentono di inserire nuovi contenuti, e quindi estendere l’esercitazione e personalizzarla rispetto ai bisogni del singolo utente.
Con alunni Dislessici e Disgrafici possono risultare molto utili anche programmi per la scrittura libera e creativa(word processor),che hanno mostrato in molte occasioni sperimentali di essere uno strumento utile anche per alunni con difficoltà specifiche in quanto i bambini sembrano scrivere più volentieri con questo strumento e talora riescono anche a produrre testi ortograficamente più corretti. In particolare va sottolineata anche la rilevanza dell’uso didattico-rieducativo del correttore ortografico, in dotazione con tutti i principali WP ed anche dell’uso della sintesi vocale (disponibile solo in alcuni WP)
Numerosi strumenti sono disponibili, inoltre, nei casi di disturbi specifici nelle aree di comprensione e produzione di numeri e calcolo. In particolare molti software per l’apprendimento dell’aritmetica possono essere utilizzati nella riabilitazione di soggetti che presentano questo tipo di difficoltà specifica. Anche in questo caso è importante scegliere accuratamente fra le possibilità e proporli e utilizzarli nel modo adeguato, considerando le specifiche problematiche del soggetto.
Dal punto di vista della strategia didattica, nella maggior parte dei casi si tratta di classici esercizi (di questi solo alcuni sono ambienti “aperti”, cioè modificabili dall’insegnante) ma esistono anche prodotti che possono essere definiti “ambienti di apprendimento” in cui lo studente può muoversi a piacere, esplorare, svolgere attività personalizzabili. La maggior parte dei prodotti software propone esercizi diversi spesso legati da una metafora comune connessa con l’interfaccia grafica. Capita spesso, quindi, che non tutti gli esercizi presenti nello stesso prodotto siano adatti ad uno stesso studente. In questa situazione, è il singolo esercizio a diventare l’unità di misura e non più l’intero programma ed il compito di chi programma l’attività didattica è, quindi, quello di proporre esercizi omogenei e conformi alle necessità di ogni studente.

Un caso: il programma reader per la dislessia, ricerca e risultati

Reader è un software per l’apprendimento della lettura rivolto a bambini dislessici sviluppato dal Dott. Iozzino e collaboratori.
Come altri software dell’area della letto-scrittura rivolti a bambini dislessici, prevede la comparsa di parole sul monitor da sinistra verso destra (come avviene nei normali processi di lettura) e presenta degli effetti di mascheramento di difficoltà crescente. La correttezza delle risposte delle prove di lettura presentate al campione prescelto sono state misurate in termini di velocità e correttezza. Non sono pertanto state prese in esame le performances riguardanti la comprensione del testo.
Sorprendenti i risultati della ricerca: i metodi riabilitativi basati sull’esecuzione di compiti di lettura svolti attraverso dei software specifici si sono rivelati più efficaci rispetto ai metodi tradizionali(trattamenti logopedici).
Nello specifico: lo studio effettuato da Iozzino con il software ‘Reader’ ha riguardato 21 bambini. Di questi il 51% è migliorato sia in termini di correttezza che di rapidità, il 24% è migliorato solo nella correttezza il 10% solo in rapidità, solo il 5% non ha riportato miglioramenti significativi.

Gli esercizi sono stati svolti a casa per un periodo di tre mesi, per dieci minuti al giorno, cinque giorni a settimana.
Confortanti anche i risultati del follow up condotto successivamente, i buoni esiti raggiunti sembrano infatti mantenersi stabili nel tempo, anche se in taluni casi è possibile che vi siano delle regressioni.
La modalità migliore sembra essere quella di intervallare dei cicli riabilitativi a dei periodi di pausa. Inoltre il dott. Iozzino ha sottolineato come gli interventi possano protrarsi nel tempo, anche con ragazzi già grandi, come dimostrano alcuni casi clinici da lui riportati durante l’intervento. La riabilitazione può dunque proseguire anche dopo la scuola dell’obbligo, dipende dagli obiettivi che i ragazzi si prefiggono.
Quindi finalità e durata di un intervento devono essere sempre adattate alle caratteristiche di chi lo richiede, alla sua volontà e agli obiettivi personali che stabilisce.
Anche sul versante dell’efficienza i risultati riportati da Iozzino sembrano essere promettenti, è infatti possibile far seguire l’intervento riabilitativo da casa e con dei tempi molto ridotti rispetto ad altre tecniche.
Lo svolgimento degli esercizi da casa, non elimina comunque la necessità di un intervento riabilitativo più articolato. La presa in carico deve infatti riguardare famiglia, scuola, equipe diagnostica e logopedista. la riabilitazione è un intervento complesso che deve necessariamente riguardare più contesti. In particolare è importante il supporto logopedico che deve essere mirato a rinforzare l’autostima e la motivazione e ad accompagnare il bambino in un percorso terapeutico che sia mirato alla comprensione del contenuto dei testi. L’intervento di un logopedista è inoltre un elemento indispensabile per favorire nel bambino un lavoro meta-cognitivo finalizzato all’organizzazione di un metodo di studio adeguato.

Il metodo di intervento del programma reader
Dall’osservazione che il problema principale dei dislessici riguarda l’automatismo della lettura è stato costruito un software che forza il ragazzo a seguire la lettura. Il software permette la presentazione a schermo di materiale verbale con presentazione regolabile, proporzionale al numero delle sillabe. E’ inoltre possibile effettuare un mascheramento percettivo sia a sinistra che a destra del punto di presentazione delle lettere. La parola scorre sullo schermo simulando la normale modalità di lettura.
E’ possibile far presentare al computer le singole sillabe del testo, con lo stesso scorrimento e con il mascheramento percettivo.

Strumenti compensativi

Gli strumenti compensativi non vengono inseriti all’interno dei metodi per la riabilitazione, in quanto più che a riabilitare servono a supportare il soggetto durante il processo di apprendimento colmando i deficit dovuti al disturbo specifico.
Nonostante ciò, ritengo non sia possibile fare una distinzione netta fra i due momenti. L’uso costante di questi strumenti di supporto può determinare nel soggetto lo sviluppo di capacità alternative di apprendimento. Inoltre non bisogna sottovalutare l’effetto positivo che questi strumenti possono avere sull’autostima e sulla motivazione interrompendo il ciclo (vedi sopra) innescato dalla sfiducia in se stessi e nelle propie capacità.
I principali strumenti di supporto all’apprendimento sono: la videoscrittua, la sintesi vocale(consente di passare dal parlato alla videoscrittura attraverso un microfono),la tavola pitagorica e la calcolatrice(utili soprattutto nei casi di discalculia, in quanto consentono di facilitare attività di calcolo e scrittura di numeri ed operazioni attivando l’utilizzo di strumenti di calcolo standard , di facilitatori per l’incolonnamento dei numeri, ecc.),l’audio registrazione (consente la registrazione di brevi testi che poi possono essere ascoltati, nel caso ad esempio di compiti in classe), L’enciclopedia informatica multimediale su cd-rom, il libro parlato (utile soprattutto nella dislessia perché permette di sfruttare l’ascolto per acquisire informazioni), lo scanner (consente di trasformare i testi dal formato cartaceo al formato digitale. Una volta che il testo sarà in formato digitale potrà essere elaborato con il sistema preferito dal soggetto), le fiabe tridimensionali(consentono di vedere e ascoltare le fiabe in tre dimensioni),l’ IntelliTalk ( è una semplice sintesi vocale che legge i testi scritti, utile se si desidera avere un controllo sulla corretteza di quanto si sta scrivendo. Può essere utilizzato in casi di disortografia per facilitare l’autocorrezione).

Esistono inoltre numerosi software che consentono di facilitare il compito di lettura sia variando l’aspetto grafico del testo (Modifica del tipo di carattere tipografico, delle dimensioni, del colore di sfondo, della spaziatura fra parole, fra righe, ecc.), sia ricevendo il contenuto del testo in forma orale attraverso voce sintetizzata o registrata e di facilitare il compito di scrittura attivando sistemi di predizione di parole, di correzione automatica, consentendo l’accesso al dizionario, ecc.

L’e-book e il libro parlato: insieme per un unico strumento compensativo

L’e-book o libro elettronico
E’ un’opera letteraria edita in formato digitale utile a chi, per un disturbo sensoriale (non vedenti ed ipo-vedenti) o dell’apprendimento (dislessici) trovino difficile e o impossibile accedere ai comuni libri cartacei.
Gli e-book sono consultabili attraverso un comune personal computer o computer portatili, oppure attraverso appositi dispositivi di lettura che consentono un’accurata definizione dell’immagine, la possibilità di ‘sfogliare’ le pagine elettroniche ed hanno comunemente le dimensioni di un libro tradizionale.
I primi tentativi di pubblicare testi classici in forma digitale risalgono al 1971 con il progetto Gutemberg, un ambizioso sforzo di trascrivere ed archiviare un grandissimo numero di opere per renderle fruibili ad un pubblico quanto più vasto possibile.
Nel corso degli anni sono cresciute in tutto il mondo le raccolte di libri digitali curate da enti bibliotecari, istituti universitari, associazioni o privati cittadini.
Ma è soprattutto a partire dalla fine degli anni ‘90, con il grande sviluppo di Internet, che molte case editrici hanno cominciato ad editare testi in digitale e a metterli in commercio in rete. Anche se questa forma di libro non ha sempre trovato l’accoglienza sperata da parte del grande pubblico, che spesso continua a prediligere il fascino romantico della tradizionale biblioteca cartacea, è fuori di dubbio che per alcuni settori l’editoria digitale abbia trovato un’ampia affermazione.
E’ il caso di tutte le opere di consultazione come le enciclopedie, i codici, i cataloghi, volumi pesanti e polverosi, le cui informazioni possono ora essere concentrate in pochi cd rom. Nonostante le resistenze culturali, i libri elettronici stanno divenendo qualcosa di più di un semplice prodotto di nicchia, crescono in qualità e in quantità le pubblicazioni di testi digitali e aumentano i lettori.I vantaggi del libro elettronico sono molteplici: l’ e -book riduce i costi e gli ingombri, è di semplice consultazione (possono essere fatte ricerche per parole o frasi chiave). Il testo in digitale può inoltre essere ingrandito a piacimento nonché sottolineato come un comune libro. I libri in formato digitale costituiscono inoltre uno strumento indispensabile per accostarsi alla lettura per chi presenti un deficit sensoriale o un disturbo dell’apprendimento.
Non esiste ancora un formato standard per i libri elettronici, i formati più diffusi sono l’ htlm che può contenere oltre ai caratteri anche immagini e suoni, l’rtf, che è molto comune ed è leggibile da quasi ogni tipo di p.c., il txt o formato solo testo, il tipo di formato più semplificato, non contiene immagini nè stili tipografici come il corsivo e il grassetto. Per leggere un determinato formato occorre avere il programma corrispondente (ad esempio il formato rtf deve essere letto dal programma Acrobat Reader). Di norma le biblioteche digitali on-line consentono di scaricare gratuitamente questi programmi. Frequentemente gli e-book possono essere consultati direttamente attraverso la rete o scaricati in formato compresso (zip).

Il libro parlato
L’Associazione del Libro Parlato mette a disposizione a questo scopo una ricca scelta di opere raccolte in numerose nastroteche sparse nel paese e dà la possibilità, su richiesta, di effettuare la registrazione di libri forniti direttamente dall’utente. L’audio libro consente di leggere in modo gradevole ogni testo che sia stato registrato da un lettore, tuttavia la qualità delle registrazioni si deteriora con il passare del tempo, le cassette hanno un ingombro eccessivo e non consentono la consultazione rapida dei contenuti (paragrafi e capitoli). Per ovviare a questo inconveniente l’Associazione del Libro Parlato sta trasferendo parte del proprio patrimonio librario su cd rom, aumentando il grado di accessibilità di questo materiale.
La fruizione di testi in digitale (ebook, periodici, quotidiani) si sta diffondendo sempre di più. Con un programma di sintesi vocale, un software in grado di leggere i documenti di testo, è infatti possibile consultare ogni tipo di scrittura in formato digitale con grande facilità e soprattutto autonomamente. I contenuti (libri interi, articoli o altro materiale) possono essere prelevati da Internet, scaricati sul proprio computer e poi ascoltati attraverso il programma di sintesi vocale. Questi software sono divenuti talmente sofisticati da consentire una lettura piacevole anche di brani molto lunghi: prosodia e intonazione della sintesi sono infatti di ottima qualità e si avvicinano molto alle caratteristiche di una voce naturale.
Le sintesi in commercio attualmente sono inoltre poliglotte ed è quindi possibile impostarle nella lingua che si preferisce consentendo di leggere libri in lingua originale.
Esistono inoltre in commercio dei dispositivi complessi che integrano scanner, OCR(optical character recognition) e sintesi vocale; alcune biblioteche si stanno già dotando di questi strumenti per consentire l’accesso alla cultura e all’informazione da parte di lettori con disturbi sensoriali o dell’apprendimento. In quest’ultimo caso il supporto fornito da questo strumento è davvero notevole.Infatti, per quanto la riabilitazione della dislessia possa rivelarsi efficace, la lettura di un libro rappresenta il più delle volte un processo eccessivamente laborioso per chi presenti questo tipo di disturbo. Si ritiene che il livello di lettura raggiunto normalmente dai bambini di quarta elementare sia il traguardo oltre il quale si ritiene conclusa con successo una terapia riabilitativa rivolta ad un dislessico. E’ facile capire che con questo tipo di abilità è improbabile che un dislessico tenti l’avventura di leggere per intero un tomo di 400 pagine. Questa difficoltà penalizza i dislessici nell’ambito degli studi. Si calcola che attualmente i bambini e i ragazzi con dislessia vadano incontro 20 volte di più dei loro coetanei alla bocciatura. E’ quindi per loro molto più difficile proseguire gli studi oltre la scuola dell’obbligo ma anche arricchire la proprie conoscenze e informazioni e sviluppare interessi culturali propri. “La dislessia non è una malattia, dalla dislessia non si guarisce”, è un’affermazione solo apparentemente paradossale del Prof. Stella. Un bambino dislessico sarà un adulto dislessico anche se gli esiti di questo disturbo variano da persona a persona. E’ per questo motivo che la scuola e gli insegnanti sono chiamati a mettere a punto strategie di apprendimento alternative in grado di superare il gap che divide un dislessico da un così detto normo-lettore.
Un allievo potrà quindi leggere in modo consueto testi brevi ( riassunti, questionari, specchietti, poesie) e ricorrere alla sintesi vocale per quelli più lunghi. Altri testi che non si trovano in rete (libri di testo, articoli di giornale etc.) possono essere acquisiti con uno scanner dotato di un buon programma di OCR per poi essere riascoltati successivamente. Si può iniziare molto presto sia a scuola che in famiglia consentendo al bambino di sviluppare i suoi gusti personali e incoraggiandolo a costruire nel tempo una piccola biblioteca digitale, a partire dalle favole. Il bambino in questo modo non dipenderà più dall’adulto nella scelta delle letture. Già da alcuni anni esistono dei corsi di informatica residenziali rivolti a ragazzi dislessici a cui viene insegnato ad usare il computer, lo scanner e la sintesi vocale. Anche i genitori dei bambini e dei ragazzi dislessici che comunemente spendono molto tempo per leggere e far ripetere ai loro figli i compiti assegnati a casa trovano grande beneficio dall’utilizzo di queste tecnologie.

Negli ultimi anni accedere alle bilblioteche e librerie sta diventando sampre più semplice e i siti specializzati sono già numerosi e in costante aumento.Inoltre alcuni siti offrono infine due versioni delle opere del loro catalogo: una solo testo e un’altra in formato mp3 o similare con una registrazione della lettura del testo, quindi una sintesi felice tra libro parlato e libro elettronico. La fusione fra questi due strumenti può portare, secondo il mio punto di vista, ad uno strumento davvero efficace per supportare il soggetto dislessico durante il suo processo di apprendimento consentendogli l’accesso ad una grande quantità e varietà di contenuti, di cui può usufruire secondo le sue necessità e i suoi tempi.